Il futuro dell’alimentazione e il cambio climatico? Gl imprenditori dovrebbero cogliere l’opportunità
Sapevate che la catena alimentare è responsabile per un terzo delle emissioni globali di CO2? Il grafico seguente mostra la ripartizione delle emissioni di carbonio lungo la catena alimentare. È risaputo che il sistema alimentare globale è ad alta intensità di carbonio e utilizza molta acqua per portare gli alimenti sulle nostre tavole. Uno degli esempi eclatanti che ne è la prova è la produzione di carne bovina. Secondo diverse fonti, il costo ambientale per produrre la carne e di circa 1.910 galloni per libbra ( 17.450 litri per chilogrammo). Questo e uno dei motivi per I quali molti consumatori sensibili alle problematiche climatiche, stanno adottando diete più a base vegetale. Giusto per chiarire, il settore agricolo sopratutto negli ultimi anni ha fatto grandi passi avanti per diventare più efficiente e meno dispendioso in termini di acqua. Per quell che riguarda il mondo dell’ impresa, le start-up, sopratutto compagnie liderate da donne, stanno trasformando in meglio l’industria alimentare.
Esempi di cibo intelligente
La carne è uno degli alimenti ce viene in mente quando si parla di innovazione alimentare con obbittivi di mitigazione climatica. La carne prodotta nei laboratori, attraverso l’ingegneria dei tessuti, si è espansa a livello globale ed è oggi offerta nei ristoranti alla moda così come nella maggior parte dei fast-food internazionali. Giusto per dare alcuni dati finanziari sulle quote di mercato delle carni prodotte in laboratorio, nel 2020, le vendite di beef derivate da vegetali negli Stati Uniti hanno raggiunto i 7 miliardi di dollari. Secondo il Good Food Institute, e secondo altre fonti, il mercato della carne di origine vegetale può raggiungere i 450 miliardi di dollari entro il 2040. Inoltre, secondo Statista, si prevede che la carne prodotta in laboratorio aumenterà a tal punto da raggiungere la produzione di carne convenzionale entro il 2050, riducendo enormemente l’acqua necessaria per produrre bistecche, pollame ed altri derivati di origine animale. Sebbene permangano dubbi sulla struttura dei costi della carne di laboratorio, sul fabbisogno energetico e sulle implicazioni per la salute, dovremmo applaudire queste aziende di leader nel settore come Impossible Foods (uno dei pionieri nella produzione di hamburger, salsicce, bocconcini di pollo, polpette e carne di maiale a base vegetale), poiché stanno investendo milioni di dollare per transformare la catena alimentare riducendo l’impatto ambientale.
Altri prodotti alimentari interessati dalla variabilità climatica
Nocciole, pomodori, mandorle, soia, caffè e avocado sono prodotti che consumiamo tutti sono prodotti in maniera intensiva in California, Messico, Italia, Turchia e Brasile, e I mercati sono molto dipendenti dalle le loro forniture stabili. A causa della variabilità climatica e dell’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi catastrofici (siccità, inondazioni, incendi boschivi e fronti di freddo solo per citarne alcuni) i raccolti di questi prodotti sono diminuiti enormemente negli ultimi 5 anni causando importanti aumenti dei prezzi e incidendo sugli introite delle società italiane. Uno di questi è il gruppo Ferrero (con un fatturato di oltre 11,4 miliardi di euro a/a) famoso per il suo cioccolato alla nocciola, compagnia che sta giocando un ruolo importante nella mitigazoione del rischio climatico diventando un attivista ESG (Environmental, Social and Governance).
Il Brasile è un altro esempio di un importante produttore alimentare che ha visto la sua produzione diminuire a causa della variabilita climatica. Per mantenere stabile la produzione di soia (che è sempre più colpita da estati più secche), ha accelerato la deforestazione che sta sconvolgendo uno dei punti critici del sistema climatico: la foresta amazzonica. Indipendentemente da questi sforzi del paese produttore, la produzione brasiliana di semi di soia dovrebbe diminuire del 90% entro il 2050 se la variabilità climatica continua. Un’altra tendenza preoccupante è il forte calo della produzione di pomodoro. L’Italia, Paese responsabile per il 13% della produzione mondiale di pomodoro e del 48% dell’ Europea (con una media di 7 milioni di tonnellate all’anno) è in gravi difficoltà a causa delle condizioni meteorologiche estreme. Secondo Business Insider solo l’anno scorso, l’Italia ha perso il 19% della sua produzione di pomodori a causa di eventi climatici, causando un considerevole aumento dei prezzi nei supermercati in tutta Europa.
Cosa possiamo aspettarci dal futuro?
Con la popolazione che dovrebbe raggiungere i 10 miliardi entro il 2050 (siamo oggi a 7,9 miliardi) avremo bisogno di circa del 56% in più di prodotti alimentari per mantenere la sicurezza alimentare globale ai livelli odierni (UNEP). L’innovazione tecnologica, la biologia, la chimica, ancorate all’ESG, con il supporto dei mercati dei capitali, svolgeranno il ruolo catalizzatore per garantire che ci muoviamo verso un mercato alimentare con minore impronta di carbonio. Ciò probabilmente includerà una minore produzione dipendente dalla terra e una maggiore imprenditorialità basata sulla tecnologia che porterà sul mercato carni e uova coltivate in laboratorio, insetti commestibili, alghe e alimenti a base vegetale.
Considerazioni finali
Con l’aumento della pressione normativa sul fronte ESG, in particolare per quanto riguarda gli sforzi di decarbonizzazione, vedremo più startup affrontare il rischio climatico trasformando il futuro del cibo. Le start-up di carne di laboratorio e pollame sono le “front runners” e sono molto ottimista sul fatto che alcune di queste aziende diventino redditizie e altre si preparino per offerte pubbliche con uscita in borsa. Credo che queste rappresentino opportunità entusiasmanti per creare redditivita avendo un impatto sociale e ambientale positive.